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Bologna in due giorni: foto e indicazioni

Elena Mazzali 3 anni fa

Al centro, pur restando nella parte nord, del nostro paese vi è lei: detta la dotta oppure la grassa. Parliamo della città di Bologna, capoluogo emiliano-romagnolo ricco di cultura, arte e buona cucina. Insomma tante attrazioni tutte da scoprire.

E’ possibile visitare la città in un weekend soltanto? Certo, ecco cosa vedere a Bologna in due giorni con i nostri consigli!

Bologna e le vasche in via Dell’indipendenza sotto i portici

A lato della Scalinata del Pincio inizia il centro di Bologna. Cosa vedere a Bologna e nel suo centro? Per prima cosa non si possono non notare i numerosi portici sotto ai quali trovare ristoro, fare una passeggiata detta anche “fare una vasca” dai bolognesi oppure shopping. La città è famosa per questa sua caratteristica fin dalla nascita. A partire da Via dell’Indipendenza fino al Santuario della Madonna di San Luca le passeggiate sono allietate da numerosi portici.

Tali decorazioni rappresentano un vero e proprio patrimonio architettonico e culturale, tanto che vi sono portici dedicati all’era del Rinascimento, al periodo medioevale come Casa Isolani, il portico del Pavaglione e molti altri.

I portici di Bologna trasformano la città nella città con più portici al mondo: tutti insieme misurano più di 38 chilometri solo nella parte centrale della città. Si spingono a 53 Km se si contano i fuori porta. I portici bolognesi sono, per altro, un bene comune candidato ad essere riconosciuto come patrimonio dell’umanità – UNESCO.

Palazzo Re Enzo, la fontana del Nettuno e Sala Borsa

All’ingresso di Piazza Maggiore, manteniamo alle spalle via dell’indipendenza, vi è Piazza del Nettuno dove troviamo tre punti di interesse come Fontana del Nettuno appunto, Palazzo Re Enzo e Sala Borsa.

Al Zigànt, come lo chiamano i bolognesi nel dialetto (in italiano il gigante) per via delle sue enormi dimensioni, è stata costruita da Zanobio Portigiani, Tommaso Laureti e Giambologna, su ordine del vicelegato Pier Donato Cesi con l’intento di glorificare il governo pontificio del papa Pio IV. L’opera fu terminata nel 1566. Una curiosità in merito, anzi due: inizialmente il Nettuno era circondato da una cancellata eliminata dopo 23 anni dalla costruzione e subì diversi restauri nel tempo. Inoltre si dice che il forcone del Nettuno è stato la musa ispiratrice del logo della casa automobilistica bolognese, Maserati.

Ai lati del Nettuno sono stati costruiti rispettivamente a sinistra, la Sala Borsa mentre a destra vi è il Palazzo di Re Enzo. Nel primo caso siamo di fronte alla più grande biblioteca nazionale, posizionata all’interno della sede comunale Palazzo D’Accursio, prima prestata al settore creditizio come sede di una delle banche bolognesi più importanti, la Cassa di Risparmio, poi come sede sportiva del palasport e prima ancora fortezza dei Visconti nonché punto di ricerca botanica con annesso giardino

Il palazzo di Re Enzo invece, risale al XIII secolo ed è stato costruito con lo scopo di ampliare gli ambienti di Palazzo del Podestà ma le vicende storiche lo legano da sempre al Re Enzo di Sardegna.

Piazza Maggiore e la vita medioevale della vecchia Bologna 

Palazzo d’Accursio, storica sede del Comune di Bologna, racchiude numerose Sale al suo interno ed ognuna rispecchia un avvenimento storico tutti da conoscere. Oltre alle dimensioni Palazzo d’Accursio è riconoscibile per l’ingresso caratterizzato dalla Madonna di Piazza con Bambino, opera di Nicolò dell’Arca nel 1478, e dal maestoso portale di Galeazzo Alessi, aggiunto nella metà del Cinquecento. Fino al 2012 è stata la sede del Museo Morandi.

Garisenda e Asinelli: le due custodi di Bologna

Se entriamo in città dall’antica via Emilia, ci imbattiamo nelle due custodi della città: le torri degli Asinelli e Garisenda. In realtà sono soltanto due delle oltre 100 torri costruite nel medioevo, oggi ne rimangono circa 20. Ecco perché Bologna è soprannominata la “turrita”.

Come due guardiani proteggevano la città, realizzate in muratura, viste le funzioni militari e di prestigio sociale della famiglia.

Guardandole dal basso verso l’altro donano una sensazione particolare, come se ci stessero cadendo addosso ma entrambe meritano di essere scoperte, soprattutto la Torre degli Asinelli. L’unica delle due ad essere aperta al pubblico e visitabile.

Al santuario della Madonna di San Luca camminando!

Foto da commons.wikimedia.org/wiki

Bologna è famosa per i portici, la mortadella e pure per il lungo cammino che dal centro permette di raggiungere il Santuario della Madonna di San Luca.

Il santuario è una basilica bolognese posizionata sul colle della Guardia, a sud – est della città di Bologna, e dedita al culto cattolico mariano.

Fin dalla sua realizzazione, la Madonna di San Luca è sempre stata meta di numerosi pellegrinaggi venerativi della Vergine con il Bambino. Il percorso per coloro che amano muoversi con velocità può essere intrapreso con alcuni mezzi pubblici ma consigliamo

l’immedesimazione dei pellegrini diretti verso la basilica, partendo da Porta Saragozza.

Il complesso di Santo Stefano da vedere a Bologna

Il complesso di Santo Stefano rientra fra le cose da vedere in due giorni passati a Bologna. E’ un quartiere singolare della città. Le origini non sono certe: alcuni vedono un nesso logico fra la nascita del complesso voluto da San Petronio su alcune rovine pagane mentre altre fonti dichiarano che il complesso voluto sempre da San Petronio, allora vescovo della città, fu costruito per ricreare il luoghi simbolici della passione di Cristo.

Sulla piccola e magnifica piazza si affacciano numerosi edifici religiosi, come la chiesa del Crocefisso, del Calvario e dei Santi Vitale e Agricola, che raffigurano il soprannome datogli. Il complesso delle sette chiese.

Finestrella di via piella: la piccola Venezia a Bologna

Foto da Flickr – Corrado – Bologna 2006 – Cux

Come accade per ogni città, anche a Bologna ci sono richiami ad altre città italiane. Infatti in Via Piella al civico 2 ritroviamo la famosa “Finestrella di Via Piella” dalla quale è possibile vedere uno dei corsi d’acqua storico e non asfaltato. Parliamo del Canale delle Moline e del ponte. Tutto il quartiere prende il nome di “Piccola Venezia”.

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